1)AR E FOBIE SPECIFICHE PER PICCOLI
ANIMALI: sono stati condotti numerosi studi a riguardo e i risultati
sono stati molto promettenti. In tutti i casi, sia per il trattamento
dell’aracnofobia, che per la fobia degli scarafaggi, i trattamenti
tramite AR hanno portato un’importante riduzione della paura e
degli atteggiamenti evitanti, nei partecipanti. Durante l’esposizione
tramite AR, essi provavano un forte coinvolgimento emotivo e si
trovavano in uno stato di forte ansia. Quest’ultima, con l’avanzare
delle sedute, si è ridotta drasticamente, portando i partecipanti ad
interagire con insetti reali alla fine delle sessioni, rendendoli
anche in grado di ucciderli e gettarli via, afferrandoli con un
panno. Questi risultati portano a credere che col tempo, si potranno
sviluppare sistemi di realtà aumentata che possano trattare non solo
le fobie per piccoli animali, ma anche per animali più grandi e
persino la fobia sociale;
2)AR E ACROFOBIA:
sono stati svolti alcuni studi preliminari utilizzando la fotografia
immersiva dei sistemi AR e mettendo a confronto un ambiente virtuale
con uno di realtà aumentata, per verificare se vi fossero
sostanziali differenze nell’utilizzo dei due sistemi e se dunque,
la realtà aumentata potesse fornire un altrettanto valido ausilio
per la psicologia, come è stato per la VR. I risultati hanno
mostrato come non vi siano sostanziali differenze fra i due
strumenti, permettendo dunque di procedere, in futuro, con lo
sviluppo di migliori tecnologie di realtà aumentata, che permettano
di fare ulteriori passi avanti nel trattamento di tali patologie,
permettendo ai pazienti di non esporsi al pericolo di una realtà
fisica ma, allo stesso tempo, di poter sperimentare un’immersione
maggiore e un ancor più alto senso di presenza.
Esempio di un ambiente ARET. Fonte: Universitat Jaume I., Spain.
3)AR E ALZHEIMER: nonostante non sia
un campo ancora molto sviluppato, i recenti progressi della realtà
aumentata, indicano che questa tecnologia diventerà probabilmente un
altro strumento importante per il trattamento dell’Alzheimer.
Alcuni primi esperimenti sull’utilizzo dell’AR per la
riabilitazione delle funzioni cognitive in pazienti con questo tipo
di disturbo, hanno mostrato dei risultati interessanti a riguardo,
che hanno portato i ricercatori a volgere il proprio interesse in
questa direzione.
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