-FOBIE SPECIFICHE (acrofobia,
aracnofobia, aviofobia, claustrofobia e fobia di guidare);
-ANSIA SOCIALE;
-RIABILITAZIONE NEUROPSICOLOGICA IN
SEGUITO A PATOLOGIE QUALI ALZHEIMER E ICTUS;
-SINDROME DA STRESS POST TRAUMATICO.
2)VR E ANSIA SOCIALE: il disturbo di
ansia sociale (SAD) è caratterizzato da un’intensa paura di
essere criticati, giudicati e rifiutati dagli altri. Gli individui
che soffrono di questo disturbo, risultano essere sensibili in modo
anormale a stimoli che recepiscono come una minaccia dal punto di
vista sociale, a causa di un bias che li porta focalizzare la loro
attenzione su tali stimoli. Tecniche per ridurre questo bias
attentivo, sono state unite all’utilizzo di applicazioni per la
realtà virtuale, con lo scopo di permettere ai pazienti di
interagire con un ambiente simile a quello reale usando movimenti
fisici reali e permettendo loro di sperimentare degli atteggiamenti
di avvicinamento che sono molto difficili per queste persone. Sembra
che si possano raggiungere dei buoni risultati attraverso questa
metodologia, anche grazie al fatto che i pazienti sperimentano un
buon senso di presenza, percepiscano divertimento e motivazione.
3)VR E ALZHEIMER: L’utilizzo della VR
in questo capo, può consistere nel giocare a dei “serious games”,
nel compiere azioni necessarie per migliorare specifiche funzioni
cognitive o nello svolgere determinate attività che supportino il
miglioramento di azioni della vita quotidiana (lavarsi, guidare,
vestirsi, mangiare, cucinare, etc..).
Si è recentemente dimostrato che l’uso di realtà virtuali basate
su immagini familiari, possono stimolare il recupero delle
informazioni concernenti la memoria autobiografica in soggetti
anziani sani. Grazie a questi risultati, si può intuire come sarebbe
possibile utilizzare questi tipi di sistemi di realtà virtuale per
aiutare i pazienti affetti da Alzheimer nella riabilitazione della
memoria.
4)VR E ICTUS: recenti prove
scientifiche hanno mostrato come la realtà virtuale abbia la
capacità di creare un ambiente motivante e interattivo, in cui
l’intensità della pratica riabilitativa e i feedback dati ai
pazienti, possano essere manipolati al fine di creare trattamenti
personalizzati per il recupero delle abilità motorie. In
particolare, sono risultati molto utili esercizi improntati al
miglioramento della motilità, della forza e della velocità di
movimento nei pazienti in fase cronica post ictus.
5)VR E PTSD:
"Il professore e psicologo Albert
Rizzo, sostiene che i videogiochi possano aiutare nella cura dei
disturbi post traumatici da stress, DPTS, patologia che si presenta
spesso tra i soldati in missione che vivono esperienze shockanti.Dal
2005 Rizzo lavora a Virtual Iraq, una simulazione in grafica
immersiva basata appunto sul videogame Full Spectrum Warrior in grado
di restituire, nel comodo e sicuro studio del terapista, tutte le
condizioni sensoriali che hanno scatenato il disturbo nel paziente.
Piuttosto che limitarsi a usare l'immaginazione, questi ha la
possibilità di immergersi concretamente, lentamente e per gradi,
nell'esperienza orribile che ne ha segnato la psiche.Per restituire
un'esperienza immersiva, Virtual Iraq utilizza il visore Z800 3DVisor
(nella foto), attraverso il quale vengono trasmesse le immagini
stereoscopiche e i suoni dello scenario in oggetto. Il paziente viene
messo di fronte al suo orrore personale su una piattaforma vibrante,
in grado ad esempio di restituire il movimento di un veicolo blindato
o anche il colpo ricevuto dall'esplosione di una mina.Nel corso delle
settimane di trattamento il terapista aggiunge nuovi elementi alla
simulazione, che nel caso dei DPTS dei veterani dell'Iraq possono
includere gli odori tipici del luogo, le chiamate del muezzin alla
preghiera, un paesaggio desertico. Una volta che il soggetto è
riuscito ad affrontare gli stadi precedenti si passa a una
rappresentazione vivida dell'esperienza traumatica, con la finalità
di desensibilizzare progressivamente il soggetto rispetto
all'esperienza vissuta." Secondo quanto sostenuto da Rizzo,
dei 18 soggetti finora passati attraverso il programma Virtual Iraq
14 non mostrano più i sintomi tipici da DPTS. Lo psichiatra è
convinto che "la realtà virtuale non sostituirà un terapista
reale", nondimeno potrà essere uno strumento efficace non solo
per la cura ma anche per l'addestramento, e non solo dei soldati.
Di qui a 20 anni, dice il professore, le ossessioni, le ansietà e le fobie sociali verranno trattate "in un set virtuale che replica perfettamente il mondo reale" in cui esse fanno sentire la propria invincibile morsa sulla qualità della vita di chi ne è affetto."
Ecco un video rappresentativo di Virtual Iraq:
Di qui a 20 anni, dice il professore, le ossessioni, le ansietà e le fobie sociali verranno trattate "in un set virtuale che replica perfettamente il mondo reale" in cui esse fanno sentire la propria invincibile morsa sulla qualità della vita di chi ne è affetto."
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